Buongiorno,
oggi ospito una tappa del blogtour dedicato al nuovo libro di Ilaria MilitellO: Arrenditi all'amore. Nello specifico vi posterò il primo capitolo che, secondo me, è quello determinante per capire se la storia ci può piacere oppure no.
CAPITOLO 1
Suona il telefono. Mi alzo confuso e assonnato, mi metto a sedere sul divano e mi guardo attorno cercando di far mente locale. In un flash torna tutto. Ieri sera ho litigato con Yong, di nuovo. Da quest’estate non facciamo altro che litigare.
Quando litighiamo e lui non riesce a gestire la discussione se ne va, prende la porta e si allontana. Alcune volte torna da sua madre, come ha fatto ieri sera, ed è una cosa che odio ma tanto lui non vuole capirlo. Spesso gli corro dietro, ma ieri sera non ne avevo voglia ed ero stanco perché abbiamo finito tardi con le prove del gruppo.
Il telefono squilla incessante, mi allungo sul tavolino e lo afferro, leggo sul display il nome di Kevin e rispondo.
«Ji? Sei a casa? Dove sei? Dormivi?», domanda agitato e con il fiatone.
«Sono a casa, sì dormivo. Che succede?»¸ domando subito.
Di solito Kevin è un tipo calmo e sentirlo parlare veloce ed affannato è sinonimo di arrabbiatura o preoccupazione.
«Kibum ha avuto un incidente», mi dice, il mio cuore manca un battito.
«Quando?», domando sgranando gli occhi.
«Adesso, ma non so dove e lui dice che non si ricorda. Sto girando per la città ma non so’ che fare Ji!», mi dice sempre più agitato poi sento inchiodare e un clacson.
«Stai guidando?», domando.
«Sì e ho appena saltato uno stop»
«Sei pazzo Kevin?! Accosta e dimmi che è successo!», esclamo incredulo. Kevin non è tipo che guida distratto, lui è quello razionale, tranquillo e sempre attento a tutto.
Lui è quello serio del gruppo. Quindi saperlo alla guida, in quello stato, mi mette in allarme ancora di più. Mi alzo di scatto e senza pensarci afferro le chiavi dell’auto ed esco di casa, salgo in macchina e mi metto in strada.
«Kevin….dimmi dove sei, ti prego».
«Non lo so! Te l’ho detto sto girando e mi sono perso». Guardo perplesso il telefono.
«Ma come ti sei perso Kev??!!Vivi a Seoul da quando sei nato, possibile che non ti sai orientare? È assurdo!!» spero così di farlo tornare in sé. «Sei solo? Dov’è Jung?».
«Non è con me… aveva una cena», dice e poi sento inchiodare nuovamente e bruscamente.
«Kevin!... Come stai?», mi preoccupo subito.
«Oddio a momenti battevo dentro ad una macchina».
«Senti, fammi la cortesia fermati ed aspettami», dico bruscamente.
«Ma Kibum ha bisogno!», esclama.
«Kevin se fai un incidente e finisci in ospedale mi dici come pensi di aiutarlo? Ferma quella merda di macchina! Accosta e aspettami, dove sei?», domando di nuovo e questa volta con tono rabbioso. Lo sento sospirare.
«Vicino al Banpo Bridge », mi dice.