martedì 24 maggio 2016

Recensione: Ti ho cercato tra le nuvole di Federica Loreti

Buon pomeriggio,

ho appena concluso una bellissima e nuovissima lettura e credo che non ci sia momento più adatto di questo per scrivere la mia opinione al riguardo. Le emozioni che ci pervadono alla fine di un libro sono sempre moltissime ed io adoro poterle scrivere di getto, nero su bianco, su questo mio angolino virtuale. Il libro in questione è quello di Federica Loreti, una giovane autrice che ho recentemente intervistato - proprio in occasione della pubblicazione del suo romanzo di esordio - su questo blog. Per leggere l'intervista cliccate QUI.



 

TRAMA


Sotto il cielo di Torino stanno per incrociarsi le storie di tre adolescenti apparentemente diversi, ma del tutto simili. Antonio è un ragazzo che pensa di essere troppo grande per la sua età, non capisce a cosa serva la scuola e vive la sua vita per strada; Roberta ha appena iniziato il liceo e sta cercando di lasciarsi alle spalle un trauma che ancora la tormenta; Giada ce l'ha col mondo perché non ha posto per lei e ha deciso di rifugiarsi nell'assoluto silenzio, come per proteggersi dagli altri. Ciascuno indossa una maschera che, col passare del tempo, comincia a diventare troppo stretta, ma chi avrà il coraggio di toglierla? Federica Loreti intesse una storia forte che racconta di adolescenza, emozioni e paure, affrontando anche la tematica del bullismo e rivelando come, dietro l'apparente diversità, si nasconda lo stesso desiderio di appartenenza al mondo.


LA MIA OPINIONE


Ho letto questo romanzo tutto di un fiato, desiderosa di conoscere il suo finale.
E' uno di quei libri che piacciono a me, quelli di cui sono alla continua ricerca, ovvero, libri dove vengono affrontate importanti tematiche adolescenziali. Federica, infatti, ne affronta molte e lo fa con assoluta precisione a dimostrazione del fatto che in un solo libro è possibile trattare più aspetti senza rischiare di cadere nel banale o di mettere troppa carne cuocere. Ovviamente non posso svelarvi tutti i temi che vengono affrontati, ma posso dirvi che uno di questi è il bullismo. Argomento che, come ormai sapete, credo venga sempre un po' trascurato. Le azioni dei ragazzini  vengono classificate come scherzi banali, fatte con un unico scopo: divertirsi. Ma come è possibile archiviare un argomento così delicato con tanta semplicità? Più ci penso e più mi sale un nervoso assurdo. Ecco perché stimo Federica, lei, proprio come me, ha voluto spezzare questo silenzio e dare voce ad un problema che, di fatto, è della società e andrebbe in qualche modo affrontato. Perché è questo che ci insegnano sin da bambini, no? Affrontare i problemi. Peccato che i primi a non farlo siano proprio gli adulti.
Comunque, a parte ciò, l'autrice fa a lungo riflettere su quanto ognuno di noi senta il bisogno di piacere alle persone. Vogliamo sentirci amati, vogliamo essere notati per le nostre qualità e, soprattutto, vogliamo essere accettati per quello che siamo. Purtroppo, però, non sempre è semplice ottenere ciò. Spesso si è lo zimbello delle persone che, come dicevamo prima, cominciano ad umiliarti e prenderti in giro perché vieni considerato diverso da ciò che tutti sono abituati a definire "normale".
E' inevitabile, leggendo questo romanzo, domandarsi in che razza di mondo viviamo e, tra le altre cose, a passarsi una mano sulla coscienza e domandarsi in che gruppo di persone rientriamo: in quelle che tendono la mano per aiutare chi ha bisogno di aiuto o in quelle che puntano il dito? A quest'ultime vorrei ricordare che, come mi dice spesso un mio amico, quando si punta il dito se ne hanno altre tre rivolte verso se stessi.
Pensiamo prima di parlare, agire, umiliare o deridere. Pensiamo prima di far del male alle persone e portarle all'esasperazione. Pensiamo.


Voglio concludere questa recensione con un piccolo estratto del libro:

-Quando i ragazzi arrivarono alla fermata le rivolsero uno sguardo di scherno e poi tornarono a ridire tra di loro. Giada sapeva bene quello che pensavano perché era ciò che pensavano tutti: i passanti che incontrava per strada, i vicini di casa, i compagni di scuola, i professori e a volte persino sua madre. Il comportamento della ragazza preoccupava tutti e causava il riso nelle persone che non la conoscevano e che la classificavano come "quella strana"-


Voto: 5/5

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