mercoledì 28 settembre 2016

Recensione: Voglio prenderti per mano di Ann Hood

Carissimi lettori,

sono felice di parlarvi di un libro che ho finito di leggere ieri sera e che mi è piaciuto veramente tanto. Per una volta allontaniamo un po' il genere rosa che sta spopolando a più non posso, ed immergiamoci in un romanzo di narrativa altrettanto carico di belle emozioni.

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cartaceo € 8,80 - ebook6,99
pagine: 334


TRAMA


È una bellissima bimba senza nome quella che Chun tiene tra le braccia. Ancora pochi istanti e dovrà separarsene, avvolgerla nel drappo di stoffa, posarla nella cesta di vimini e allontanarsi in fretta, senza cedere alla tentazione di voltarsi. Perché se il cielo ascolterà le sue preghiere, la porta dell’Istituto non tarderà ad aprirsi e una nuova vita, più bella e più facile, comincerà per la piccola lontano da qui. Dall’altra parte del mondo, in quello stesso momento, Maya Lange sta lavorando perché il sogno di Chun, e di tante altre come lei, possa avverarsi. È specializzata in speranza Maya, fondatrice e proprietaria di un’agenzia di adozioni: grazie a lei, il dolore di una madre si converte nella gioia di un’altra, un destino apparentemente segnato vira di colpo e le fila di vite fino a un attimo prima distanti si intrecciano a formare nuove, indissolubili trame d’amore. Sono più di quattrocento le bambine a cui Maya ha trovato, negli anni, una nuova famiglia, una casa. Di ciascuna lei conserva un ritratto, un ricordo. E nei momenti peggiori, quando le ansie, le paure e i dubbi degli aspiranti genitori minacciano di travolgerla, è sufficiente che Maya guardi i loro visi per ritrovare di colpo la forza di ascoltare, rassicurare, consolare. Perché il solo dolore che Maya abbia rinunciato a curare è quello che si porta dentro, irrimediabile come la perdita che lo ha causato. Ma il destino è un filo impossibile da spezzare, e Maya sta per scoprire chi c’è all’altro capo del suo.


LA MIA OPINIONE


Questo romanzo ci fa conoscere una realtà piuttosto brutta e di cui non si parla molto. Non tutti sanno (o quantomeno io non lo sapevo) che in alcune province della Cina c'è una legge che permette di "controllare le nascite". Tale legge prevede che una famiglia può avere un solo figlio e deve essere maschio, se si partorisce per prima una femmina si può tentare con un secondo figlio, ma se, per "disdetta", dovesse nascere un'altra femmina ella non potrà restare con la famiglia. Verrà infatti uccisa o abbandonata. Tutto ciò avviene per una questione legata all'eredità, è infatti solo il figlio maschio ad ereditare il patrimonio famigliare.
(HO ESEGUITO UNA RICERCA SU INTERNET E PARE CHE DAL 1 GENNAIO DI QUEST'ANNO TALE LEGGE NON ESISTE PIU')
Il romanzo narra la storia di una donna che in seguito a un trauma che le ha scombussolato la vita, ha deciso di aprire un'agenzia per favorire le adozioni delle bambine cinesi. Al contempo, narra anche la storia di alcune famiglie, mettendoci di fronte a fatti di vita vera, a dispiaceri che, purtroppo, molte famiglie vivono. Racconta con precisione il desiderio che quasi ogni donna prova, ad un certo punto della propria vita, di mettere al mondo un figlio. Spiega ciò che si prova quando esso nasce, quando lo si tiene fra le braccia per la prima volta e fa intuire quello che, invece, si prova quando non si riesce a portare a termine una gravidanza o se si è costretti dalla legge ad abbandonarlo.
Non si tratta di una lettura leggera e spensierata, l'autrice si è calata al cento per cento nel dolore che descrive in queste pagine e, inevitabilmente, vi trascina anche i suoi lettori. Ma, sicuramente, è un libro che merita di essere letto fino all'ultima pagina... il finale vi conquisterà. E anche i ringraziamenti.


VOTO: 4/5

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