giovedì 8 settembre 2016

Recensione: Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh

Ciao! Come state, fanciulli?

Sono qui per parlarvi di un libro che ha fatto breccia nel cuore di molti lettori, ma... non nel mio. Purtroppo, ancora una volta, mi ritrovo ad andare contro corrente, ad avere un pensiero contrastante rispetto a molte altre persone riguardo un libro. Tuttavia segue la trama e la mia recensione...

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TRAMA


Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C'è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l'infanzia saltando da una famiglia adottiva a un'altra. Fino all'incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l'unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo magico dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai, e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l'anima. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L'unico capace di estirparla è Grant, un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili. Solo così il cuore più acerbo della rosa bianca può diventare rosso di passione.


LA MIA OPINIONE


Nelle prime pagine, questo romanzo, si dimostra in un modo diverso rispetto a ciò che poi si rileva. L'idea di parlare del linguaggio dei fiori l'ho trovata originale, ma verso la fine del libro quasi non se ne fa più cenno. Victoria risulta antipatica al punto tale da farti pensare che i dolori che caratterizzano la sua vita sia andata a cercarseli. Arrivata alla fine ero talmente sfinita e contenta di aver terminato la lettura che non ho avuto la forza di leggere l'intervista fatta all'autrice. E la cosa, ve l'assicuro, è piuttosto insolita per me. Come sapete non sono solita fare recensioni negative ma questa volta devo proprio....


VOTO: 1/5

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