lunedì 4 aprile 2016

Recensione: Raccontami di un giorno perfetto di Jennifer Niven

Ciao a tutti,
questa sera vi parlerò di un libro che non mi ha per niente conquistata. Voglio premettere che non è una vera e propria recensione, in quanto non sono riuscita a proseguire la lettura. Non è da me, cerco sempre di terminare ogni libro, anche quando non mi piacciono, ma sta volta proprio non ce l'ho fatta. Quindi, questa di oggi, non possiamo definirla recensione, avevo però bisogno di esprimere la mia opinione e mettere nero su bianco i pensieri che quelle pagine che ho letto mi hanno scatenato.


TRAMA

È una gelida mattina di gennaio quella in cui Theodore Finch decide di salire sulla torre campanaria della scuola per capire come ci si sente a guardare di sotto. L’ultima cosa che si aspetta però è di trovare qualcun altro lassù, in bilico sul cornicione a sei piani d’altezza. Men che meno Violet Markey, una delle ragazze più popolari del liceo. Eppure Finch e Violet si somigliano più di quanto possano immaginare. Sono due anime fragili: lui lotta da anni con la depressione, lei ha visto morire la sorella in un terribile incidente d’auto. È in quel preciso istante che i due ragazzi provano per la prima volta la vertigine che li legherà nei mesi successivi. I giorni, le settimane in cui un progetto scolastico li porterà alla scoperta dei luoghi più bizzarri e sconosciuti del loro Paese e l’amicizia si trasformerà in un amore travolgente, una drammatica corsa contro il tempo. E alla fine di questa corsa, a rimanere indelebile nella memoria sarà l’incanto di una storia d’amore tra due ragazzi che stanno per diventare adulti. Quel genere d’incanto che solo le giornate perfette sono capaci di regalare.

LA MIA OPINIONE 

Purtroppo non ce l'ho fatta, ho dovuto interrompere la lettura, non potevo continuare. Qualcosa me lo impediva. Mi dispiace, mi si spezza sempre un po' il cuore quando non finisco di leggere un libro, ma ci sono volte in cui è la cosa migliore da fare. L'ho letto quasi metà prima di decidere che non era libro per me. 
Raccontami di un giorno perfetto è un romanzo che ha conquistato moltissime persone, quindi il mio punto di vista va un po' contro corrente. Di base avrebbe potuto essere veramente una bellissima lettura, di quelle che piacciono a me, belle piene di temi sociali. Doveva, infatti, essere un libro che trattava il tema del bullismo, dello smarrimento adolescenziale, del suicidio e della morte in generale. Poteva essere strutturato diversamente, a mio parere, dando il giusto peso a tutti gli argomenti. E invece vien trattato con estrema superficialità da far accapponare la pelle a chi alcuni di quei traumi li ha vissuti per davvero. Sin dalle prime pagine si ha a che fare con due pazzi squilibrati, che soffrono di vari disturbi e fanno passare i loro ragionamenti per veri e concreti, quando invece non sono altro che frutto un'instabile sanità mentale. 
Lo ripeto, ho quasi letto mezzo libro e ancora non si era capito che cosa avesse reso Finch così strambo. Come mai vuole suicidarsi? Perchè vuole gettarsi dalla torre campanaria? Perchè corre in macchina ai 200 km/h? Perchè vuole provare dolore e ha duemila personalità diverse? Perchè se sbatte un gomito, per scaramanzia e di proposito, sbatte anche l'altro? Di Violet, quantomeno, sappiamo che ha vissuto un trauma non indifferente (il suo personaggio mi piace, infatti). Ma Finch risulta esattamente come lo descrivono i suoi compagni di scuola: un "fenomeno" (in senso ironico, è ovvio). Bisogna essere dei veri fenomeni a comportarsi come lui. A me non ha dato l'impressione di un ragazzo che a causa di un dolore a perso il senso della ragione, ma di uno che pazzo ci è nato. Forse l'autrice voleva trasmettere suspense, ma a me ha solo trasmesso irritazione. 
Tutto ciò mi dispiace veramente tanto, perchè purtroppo di ragazzi bipolari o che tentano il suicidio ce ne sono per davvero e sarebbe potuto essere un libro che aiutava a capire il loro mondo. Ma Jennifer Niven, per quanto ci abbia provato, ha fallito miseramente. Se si vuole scrivere un libro che tratta argomenti di questo tipo bisogna tenere conto di moltissimi aspetti, aspetti che a quanto pare Jennifer Niven non ha preso in considerazione e con le sue parole non ha fatto altro che proiettare un'immagine distorta di un adolescente che soffre. Essere sensibili o tristi non vuol dire essere deboli. 

2 commenti:

  1. Sicuramente proverò a dargli una seconda possibilità, ma il bipolarismo non nasce dal nulla e ha sempre una causa. Quindi se Finch non vive traumi come è possibile che sia bipolare? E poi non tutti coloro che si tolgono la vita o ci provano, sono bipolari.

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  2. Sicuramente proverò a dargli una seconda possibilità, ma il bipolarismo non nasce dal nulla e ha sempre una causa. Quindi se Finch non vive traumi come è possibile che sia bipolare? E poi non tutti coloro che si tolgono la vita o ci provano, sono bipolari.

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