mercoledì 1 aprile 2020

[RECENSIONE] La bambina con la valigia di cartone - Glynis Peters

Buongiorno amici,

rieccoci per una nuova recensione. Questa volta vi parlo di un romanzo che affronta il tema della Seconda Guerra Mondiale (tipologia di romanzi che leggo sempre più spesso). L'aspetto caratteristico? Sicuramente la narrazione. Ora vi spiego tutto nel dettaglio...


SINOSSI 

Mentre gli ordigni dei nazisti cadono implacabili dal cielo durante i bombardamenti sul Regno Unito, i genitori di Rose Sherbourne perdono la vita. Orfana a soli sei anni, il destino della piccola si intreccia con quello della figlia di un contadino della Cornovaglia, Elenor Cardew. Elenor sa che l’unico modo per proteggere Rose è quello di farle cominciare una nuova vita lontano dai bombardieri tedeschi. Ma la tempesta di fuoco di Hitler non è l’unica minaccia per la vita della piccola Rose… C’è infatti un segreto terribile che riguarda il passato della bambina, per proteggerla dal quale Elenor si rivolge all’unica persona di cui può fidarsi: l’eroico pilota canadese Jackson St John. E, mentre lei e Jackson cercano un modo per mettere al sicuro Rose, tra di loro nascerà un sentimento destinato a diventare sempre più forte.

LA MIA OPINIONE 

Come preannunciato, l'aspetto caratteristico di questo romanzo è sicuramente la narrazione. Il libro infatti inizia con il POV di Rose, una bambina di sei anni, che vive la terribile esperienza di un bombardamento. Durante questo attacco rimane orfana e la sua vita è destinata a subire un cambiamento non indifferente. 
Dopo questa breve parentesi, il libro continua con una Rose ormai anziana che si appresta a raccontare parte della sua storia ai suoi nipoti, affinchè nessuno dimentichi ciò che lei e molte altre persone hanno dovuto subire a causa della guerra. 
Successivamente, lo scenario cambia ancora, e veniamo catapultati direttamente al periodo antecedente alla guerra (mancava poco perchè scoppiasse) e il POV questa volta è quello di Elenor, una giovane ragazza che molla la sua misera vita alla fattoria di famiglia e raggiunge la ricca zia malata per accudirla. Qui conoscerà la piccola Rose.
La parte centrale, e di conseguenza quella più lunga, non è quindi incentrata sul periodo storico, bensì sulla nuova vita che Elenor conduce nella mega villa della zia e della sua crescita interiore. E' solo verso la fine che il tema "Seconda Guerra Mondiale" viene affrontato di nuovo, quando lo scenario cambia per l'ennesima volta insieme alla vita di Rose ed Elenor. 
Ecco, questo è ciò che intendevo dire con "stile narrativo caratteristico" e sebbene il tutto sia ben raccontato e i pezzi si incastrino tra loro senza problemi, sono rimasta un po' a bocca asciutta. Non è questo ciò che mi aspetto quando decido di affrontare la lettura di un libro di narrativa storica. Insomma, qui per la gran parte del tempo - se non fosse per l'accenno più o meno continuo ai soldati tedeschi e ai relativi attacchi - quasi ci si dimenticherebbe in quale contesto è ambientata la vicenda. Anche il titolo e la trama ingannano e, inevitabilmente, quando capisci realmente come si svolge il tutto, rimani delusa. Perchè sì, è scritto bene (al punto che avrei quasi voluto dare quattro stelle) ma manca  la materia prima. Purtroppo questo e il finale troppo frettoloso, mi hanno fatto orientare verso un voto più basso. 

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