domenica 13 settembre 2015

Recensione: Se nessuno sa dove sei di Laura Bonaiuti




TRAMA

Ci sono tanti modi per diventare grandi. A volte è un sentiero diritto, fatto di cadute e risalite, dove c’è sempre una mano a cui aggrapparsi. Per Alba, dieci anni, crescere è uno scarto brusco, da una vita di presenze, di giochi, di abbracci, a una di assenze. Del padre che muore in circostanze tragiche e della madre che si rinchiude nel proprio dolore, cullandolo come se allontanarsene significasse perdere i ricordi, il proprio passato, se stessa. E allora Alba capisce che crescere significa scomparire, non farsi trovare, camminare in punta di piedi, senza toccare e farsi toccare, per non disturbare il mondo. Guarda la vita da dietro a un vetro, studia, comincia a lavorare facendo le pulizie per mantenere la madre nella clinica in cui è stata ricoverata.  Lavora negli spazi dove vivono gli altri, quando le persone non ci sono, colma il vuoto immaginando vite diverse dalla sua. Vite vere.
È l’incontro con Roger a incrinare il vetro, fino a frantumarlo. Insieme a lui Alba intraprende un viaggio che la porterà lontano, dalle assenze e dai ricordi, dalla paura di soffrire ancora. Sarà un viaggio, reale e figurato insieme, di scoperta di se stessa, dell’amore, di un mondo che non credeva esistesse. Sarà una vera e propria rinascita.


LA MIA OPINIONE
Mi dispiace dover dire che questo romanzo mi ha deluso, la trama mi intrigava molto... forse troppo. E di base la storia poteva essere molto bella, toccava argomenti importanti che potevano lanciare molti spunti di riflessione. Ma questo non è avvenuto, o almeno non a me e, ripeto, mi dispiace molto. Riconosco il potenziale dell'autrice, lo si percepisce tra le righe, ma ciò che mi resta di questo romanzo  è solo l'amaro in bocca. E scrivere questa recensione mi rattrista, mi si spezza il cuore ogni volta che devo "parlar male" di un romanzo.
Ciò che non mi è piaciuto è il continuo cambio di scena, in ogni capitolo si aggiungeva un personaggio, poi, solo dopo pagine, si ripescavano personaggi lasciati abbandonati all'inizio del libro. Alba, la  protagonista, ad un certo punto risulta noiosa e con qualche rotella fuori posto (più della madre). Torno a dire che la storia aveva una buona base, se fosse stata scritta in maniera più lineare e con maggior descrizione dei pensieri di Alba, si sarebbe ottenuto, a parer mio, un miglior risultato. In questo modo, invece, il messaggio che doveva trapelare rimane celato in mezzo all'inchiostro. E, tra le altre cose, rimane incompresa anche la scelta del titolo. 
Ciò nonostante ringrazio la Piemme (casa editrice del romanzo) per avermi dato l'opportunità di leggerlo. 


Nessun commento:

Posta un commento