domenica 15 marzo 2020

[RECENSIONE] VOX - CHRISTINA DALCHER

Buona domenica, amici! 
Data la quarantena, sto cercando di portarmi avanti con un po' di letture. O meglio, l'intenzione era quella di smaltire un po' di libri, peccato che molti autori e case editrici abbiano fatto offerte allettanti al punto da ritrovarmi sepolta dai libri più di prima! 
Coomunque, oggi sono qui per parlarvi di Vox. Un libro originale ma che mi ha convinto solo a metà... 

SINOSSI 

McClellan è diventata una donna di poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e le è proibito imparare a leggere e a scrivere.
Perché, con il nuovo governo al potere, in America è cambiato tutto.
Jean è solo una dei milioni di donne che, oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al lavoro. Ma è l’unica che ora ha la possibilità di ribellarsi.
Per se stessa, per sua figlia, per tutte le donne.

LA MIA OPINIONE 

Non importa quanti anni tu abbia, se sei una donna e vivi in America puoi dire un massimo di cento parole al giorno, alla centunesima partirà una scossa elettrica.
Questa è la triste realtà che sta vivendo Jean. Da circa un anno, per ordini governativi, ha dovuto rinunciare alla sua indipendenza, al suo lavoro, al suo conto in banca, al suo passaporto e, soprattutto, alla sua parola. Da un giorno all'altro l'America ha portato via la libertà a tutte le donne, facendole piombare in un incubo a occhi aperti. E' solo quando lo stesso governo si renderà conto di aver bisogno di Jean, la migliore dottoressa in circolazione, che le verrà concessa un'opportunità. Un'opportunità che però non durerà per sempre e che Jean non è disposta ad accettare a occhi chiusi, non prima di alzare la posta in gioco.

Il libro inizia molto bene, sopratutto i primi capitoli che permettono di entrare nel vivo nella storia, facendo capire le assurdità che Jean e la sua figlioletta di cinque anni (al pari di qualsiasi altra donna americana) sono costrette a vivere ogni giorno. Ma poi, a un certo punto è come se avenisse una sorta di crollo. La narrazione prosegue lenta, di fatto non accade nulla e i capitoli non sono altro che un susseguirsi di pensieri, ricordi e congetture della stessa protagonista. Il tutto fino a quando - finalmente - non si arriva al momento cruciale dove il governo avanza la sua proposta. Da quel momento in poi tutto cambia, il ritmo è molto più serrato e l'attenzione si alza notevolmente.
Quello che però mi è mancato per tutta la lettura è uno straccio di spiegazione. Perchè gli USA sono arrivati a tanto? Cosa li ha spinti a privare le donne di qualsiasi cosa? Ok, il concetto di maschilismo è estremamente chiaro, ma poi? Non so, avrei preferito più approfondimenti su certi aspetti e meno ripetizioni per certi altri!

Nell'insieme il libro è carino, sopratutto l'idea originale lo è molto, ma ho come l'impressione che il tutto non sia stato svillupato a dovere e che avrebbe potutto dare molto, ma molto di più.

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