martedì 2 maggio 2017

La custode di mia sorella - Jodi Picoult

Buonasera lettori e lettrici,

dopo un po' di tempo torno per scrivere una recensione a caldo. Ho finito pochi istanti fa la lettura di un thriller che mi ha spezzato il cuore, in un certo senso, e che merita un bel po' di attenzione. Sarà difficile esprime le mie emozioni senza fare spoiler. Ma ci provo, al costo di non riuscire a trasmettere pienamente tutto ciò che ho provato.


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SINOSSI:


Anna non è malata ma è come se lo fosse. A tredici anni è già stata sottoposta a numerosi interventi chirurgici, trasfusioni e iniezioni in modo che la sorella maggiore Kate possa combattere la leucemia che l'ha colpita in tenera età. Anna è stata concepita con le caratteristiche genetiche che la rendono idonea a essere donatore di midollo per la sorella, ruolo che non ha mai messo discussione ma che ora le diventa, di colpo, insostenibile. Perché nessuno le chiede mai il suo parere? Perché si dà per scontato che lei sia disponibile? Anna prende una decisione per molti impensabile e che sconvolgerà la vita di tutti i suoi cari: fa causa alla sua famiglia. Jodi Picoult ha scritto un romanzo intenso su un tema difficile e doloroso. L'autrice dà voce a tutti i protagonisti della vicenda, permettendo al lettore di capire fino in fondo la complessità delle relazioni familiari. Se tutti hanno ragione, come mai non riescono a mettersi d'accordo? Ma soprattutto, com'è possibile che siano tutti così infelici? La custode di mia sorella con delicatezza e saggezza ci fa domandare che cosa significhi essere dei bravi genitori, dei bravi fratelli, delle brave persone; se sia moralmente corretto salvare la vita di un bambino allorché ciò significa violare i diritti di un altro; se bisogna seguire il proprio cuore, o lasciare che siano gli altri a condurci; se sia sbagliato cercare di scoprire chi si è veramente se questo significa rischiare di perdersi.


LA MIA OPINIONE


Scrivo e leggo spesso libri in cui vengono trattati temi forti e poco felici, temi come la morte, la malattia (fisica e psicologica) e problemi sociali di ogni sorta. Quindi posso assolutamente dire di essere abituata. Infatti non mi è mai capitato di piangere per un libro, nemmeno nel caso di Io prima di te. Mi è capitato solo con Harry Potter, nella scena in cui Silente muore, di sentire un nodo salirmi in gola e le lacrime minacciare di voler uscire dagli occhi, ma neanche in quella circostanza ho pianto per davvero. E, niente, devo dire che tutto mi aspettavo, meno di provare la medesima cosa che ho provato per Silente (nodo alla gola e tutto il resto) leggendo questo libro.
Quando mi mancavano pochi capitoli alla fine del romanzo mi ero promessa di dare un voto che si aggirava dalle tre alle quattro stelline, perché ero certa che non ci sarebbero stati particolari colpi di scena e che il finale era quello che ormai avevo intuito. E invece no! Il colpo di scena c'è stato e  ovviamente riguarda la morte di qualcuno (non posso dire di più) che mi ha lasciato totalmente di stucco e mi ha quasi fatto piangere. Le prime parole che mi sono venute in mente, dopo lo shock iniziale, formulavano una domanda: Perché le scrittrici sono così crudeli? Ma fanno bene a esserlo, perché, per quanto mi riguarda, i libri che ti restano dentro sono sempre quelli che non hanno un lieto fine al cento per cento.
Ora, non posso farmi mancare gli altri libri di quest'autrice. DEVO ASSOLUTAMENTE LEGGERLI!


VOTO: 5/5

P.S. Ho appena scoperto che da questo romanzo ne è stato tratto il film, devo assolutamente scovarlo!

2 commenti: