sabato 13 maggio 2017

Eppure cadiamo felici - Enrico Galiano

Comincio a sentire la mancanza di questo blog, prima ci passavo le ore, i giorni, a scrivere qui sopra, mentre ora mi affaccio di rado, appena riesco. Sono cambiati gli impegni (e ne sono molto felice, intendiamoci), ma mi piacerebbe avere giornate lunghe cinquanta ore per avere il tempo di fare tutto. Ovviamente, ciò è impossibile, per cui si fa come si può!! Comunque, bando alle ciance, ho terminato giusto pochi minuti fa una lettura per la Garzanti (che ringrazio di vero cuore per avermi dato l'opportunità di leggere il romanzo) e sono pronta a condividere con voi tutti la mia opinione: 


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SINOSSI


Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire.
Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova.
Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi.


LA MIA OPINIONE


Ho sentito parlare molto bene di questo libro e le recensioni positive, la sinossi e la copertina, alla fine di tutto, mi hanno spinto a richiederne direttamente alla casa editrice una copia.
La lettura è molto scorrevole, forse fin troppo; ci sono tantissimi capitoli, molti dei quali lunghi anche solo una pagina. Sinceramente è un tipo di suddivisione che non comprendo pienamente, soprattutto se poi, nel capitolo successivo, la scena non è cambiata. E questo, dal mio punto di vista, è già un punto a sfavore.
Il romanzo vuole, in qualche modo, affrontare i disagi che possono colpire gli adolescenti. I protagonisti, infatti, sono due adolescenti assai problematici. E fin qui tutto ok. E' giusto affrontare temi di questo tipo. Ma ciò che proprio non sopporto, è leggere un'intero libro in cui tutti i dialoghi sono scritti nel modo in cui parlano alcuni ragazzini al giorno d'oggi. Ovvero, senza formulare correttamente le frasi, ficcando qua e là un "cioè", un "tipo" o chissà cos'altro. Tutto ciò è di una banalità assurda, a mio avviso. Perché non tutti i ragazzi parlano in questo modo, fortunatamente. E, fidatevi di me, alla lunga leggere dialoghi così annoia terribilmente.
Ma la storia?
La storia è pressoché carina (anche se inizi ad apprezzarla solo quando arrivi alle ultime pagine) il problema è fare entrare nelle proprie grazie Gioia, la protagonista. Perché, credetemi, certe volte avrei voluto insultarla.
Nonostante tutto non voglio valutare troppo negativamente questo libro, proprio perché arrivata alla fine posso dire di averlo apprezzato, ma allo stesso tempo non posso dare il massimo dei voti, per cui non posso fare altro se non dare la sufficienza.


Voto: 3,5

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