venerdì 5 giugno 2015

Recensione: Un semplice gesto di tenerezza di Tadjer Akli







TRAMA

Ci sono mattine in cui ci si sveglia felici. Bastano poche cose, come un raggio di sole che solletica gli occhi e una tazza di caffè fumante che aspetta in cucina. Queste sono lemattine in cui Adèle Reverdy adora girare per Parigi tra i vicoli stretti pieni di botteghe e bistrot. Eppure sente che nella sua vita c'è qualcosa che le manca. O meglio qualcuno. Qualcuno con cui passeggiare lungo la Senna abbracciati. Qualcuno con cui condividere tanta bellezza. Per lei non è mai stato facile trovare un fidanzato. Un po' perché è timida e imbranata e un po' perché il suo è un lavoro piuttosto imbarazzante: lavora nell'agenzia di pompe funebri della sua famiglia.
Ma alla festa del suo trentesimo compleanno, mentre il tramonto incendia Montmartre, inaspettatamente incontra il sorriso di Léo. E si sente come se una luce nuova le avesse finalmente trapassato il cuore. Léo è un ex artista di strada che a causa di un incidente ha perso la vista. Ed è per questo che ha una sensibilità speciale, che va oltre la superficie, dove si nascondono i sentimenti più profondi. Lui riesce a capirla come nessun altro. Ogni suo gesto, ogni sua carezza le raccontano qualcosa della sua anima e della tenerezza di un abbraccio. Con Léo, Adéle si sente forte come non lo è mai stata.
Tanto forte da lottare per tutto quello che ha conquistato. Perché anche l'amore più vero e profondo deve superare degli ostacoli. Deve dimostrare al mondo la sua unicità. Deve essere protetto come la cosa più rara e preziosa che ci sia.
Un semplice gesto di tenerezza è la sorpresa della stagione letteraria francese. Adorato dalla stampa, è stato un fenomeno del passaparola grazie ai librai che ne sono rimasti affascinati. Un romanzo dolce pieno di amore per la vita. Una storia che insegna come a volte basti poco per essere felici: una carezza, un piccolo gesto, un sorriso. Perché la magia di un nuovo giorno e sempre dietro l'angolo.

LA MIA OPINIONE

Ho impiegato una vita e mezza a leggere questo libro, ma solo perché in questo periodo sono stata sommersa di impegni e obiettivi molto importanti da raggiungere. Ma ora, finalmente oserei dire, ho finito di leggere questo romanzo e sono pronta a darvi la mia opinione.
Prima, però, concedetemi di ringraziare direttamente la Garzanti per avermi concesso questa lettura.
Tadjer scrive in un maniera semplice scorrevole e, tal volta, quasi riassuntiva. E questo, devo ammettere. che non mi ha entusiasmato. Forse sarebbe stato meglio approfondire qualche dettaglio. Tuttavia non posso negare che si tratti di una bella trama, in qualche modo coinvolgente e riflessiva.
Devo anche dire che sono quasi arrivata ad odiare la protagonista del romanzo: Adele. E credo che nemmeno questa sia stata una nota positiva. Il fatto è che… insomma alle volte è veramente una trentenne in piena crisi di identità e senza un pizzico di sale in zucca. Non posso fare a meno di chiedermi per quale ragione, Tadjer, abbia voluto dare una personalità simile alla sua protagonista.
Quello che comunque spicca in questo romanzo, e credo si proprio questo il senso di queste pagine, è che l’amore, nei confronti di un’altra persona, non si basa in alcun modo sulla bellezza fisica. Piuttosto su quella interiore.
Senza di quella non ci si innamora, non credete?

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